HIRTEL

  LE MONOGRAFIE DEL MUSEO

N° 0 

 

Con questo breve scritto si inaugurava, ormai tanti anni fa, la prima pagina di ciò che è oggi il Museo Cibernetico Hirtel. Conteneva quasi tutto ciò che all'epoca era noto sull'azienda: pressoché nulla. Rade esperienze personali, ricordi sparsi, vaghe memorie di quanto letto su riviste cartacee ormai impossibili da reperire. Viene riproposta qui in veste di agile e simpatica monografia introduttiva, una sorta di "come eravamo" che oggi contrasta fortemente con la gran varietà di materiali raccolti grazie alla collaborazione di decine e decine di appassionati e simpatizzati dell'azienda torinese. A tutti loro va ancora una volta il mio caloroso ringraziamento.

 

Marco Gilardetti   
Torino, febbraio 2021 

 

 

 

   Costruiti per il piacere del sentire

di Marco Gilardetti   

    La Hirtel nei ricordi del conservatore del museo

 

 

L

a Hirtel costruzioni elettroniche S.P.A. di Torino fu un'azienda che seppe distinguersi nel novero delle imprese italiane impegnate nel settore dell'Alta Fedeltà audio.   Il suo nome è stato purtroppo per lungo tempo ricordato solo da chi ebbe la fortuna di possedere (o la lungimiranza di conservare) uno degli apparecchi da essa prodotti.   La Hirtel,  difatti,  cessò le proprie attività molti anni prima della comparsa di internet,  senza clamore e senza eredità.   La società aveva sede presso il capoluogo piemontese al numero 30 di Corso Francia,  a due passi dal centro storico.   In quei tempi felici era ancora possibile sognare un impiego nel settore dell'elettronica e della stereofonia,  vicino a casa,  con un contratto dignitoso e senza l'incubo di una forzata emigrazione verso chissà quali paesi transoceanici.   Non nascondo,  mentre scrivo,  l'invidia che provo nei confronti dei tecnici che poterono lavorare e mettere a frutto il proprio entusiasmo,  la propria passione e la propria preparazione scientifica presso la Hirtel.   Come cittadino torinese e come sincero stimatore di questa azienda purtroppo scomparsa,  m'è sembrato per tanto quasi doveroso dedicare una pagina ai prodotti dello storico marchio subalpino,  prima che esso cada in un ingiusto oblio.   


Pur con qualche incertezza grammaticale,  le orgogliose frasi che decantavano la cura impiegata nella progettazione,  nella produzione e nel controllo degli apparecchi finiti (nonché le loro prestazioni sonore) erano un tratto distintivo dell'azienda.

La società era già in piena attività negli anni '60 del novecento,  epoca in cui i tubi elettronici erano ancora largamente utilizzati come dispositivi di potenza.   Il mio primo contatto con le elettroniche dell'azienda avvenne però alla fine degli anni '70,  quando mio padre acquistò - rigorosamente di seconda mano - un piccolo impianto ad alta fedeltà,  modesto ma ben assortito.   L'amplificatore alla base della catena audio era un Hirtel 4040A della serie Point Three.   All'epoca ero un ragazzino,  e certamente gran parte della mia attuale simpatia verso il marchio torinese discende dal giovanile entusiasmo con cui accolsi l'ingresso in casa di questo impianto,  ai miei occhi sofisticatissimo,  soprattutto se rapportato a qualunque oggetto la mia famiglia avesse precedentemente impiegato per ascoltare musica.

 

Questa iniziale simpatia - epidermica, se si vuole - si è tuttavia evoluta,  dopo decenni di ascolto ininterrotto,  in stima ed ammirazione autentica per i prodotti posti sul mercato dall'azienda.   Le soluzioni progettuali,  costruttive ed estetiche della Hirtel rimangono anche oggi quanto più si avvicini alle mie esigenze ed ai miei gusti personali.
Si tratta,  parlando in generale,  di solidi apparecchi di costruzione semi-artigianale,  dall'estetica spartana,  direi quasi senza tempo,  assemblati lasciando spazio in abbondanza per eventuali riparazioni o interventi di manutenzione.   Non lasciano invece spazio "all'immaginazione" i circuiti impiegati:   essi adottano anzi schemi collaudati,  di provata efficacia,  con solida struttura modulare;   facili da interpretare,  sostituire,  aggiornare.   Prima d'entrare in produzione essi erano affinati tramite un intenso confronto con maestri d'orchestra e tecnici del suono di chiarissima fama;   un contributo di cui ben poche altre aziende potevano far vanto.


L'azienda effettuava controlli al banco di prova su tutti gli apparecchi prodotti,  e ne forniva i risultati al cliente assieme al manuale d'istruzioni.   Un controllo della qualità che al giorno d'oggi è solo più un ricordo lontano.

Gli amplificatori Hirtel a stato solido,  così come quelli a tubi elettronici,  sono muniti di una moltitudine di controlli che consente di adattare il suono all'ambiente d'ascolto,  alla sorgente in uso o anche semplicemente ai gusti ed all'udito di ciascuno.   Personalmente rimpiango molto questo tipo di filosofia costruttiva,  sacrificata sull'altare di una presunta "purezza sonora" tutta da dimostrare all'atto pratico,  con buona pace di chi si trova a dover collocare il proprio impianto in locali per nulla ideali senza disporre neppure di un misero controllo di tono.   E' mia ferma opinione che il suono degli amplificatori Hirtel,  controlli di tono o meno,  controreazione o no,  sia sempre attuale.

Non posso che elogiare,  inoltre,  l'affidabilità e la longevità di questi dispositivi.   Il mio primo Hirtel 4040A è ormai in funzione da tre decenni e non oso nemmeno calcolare quante ore di esercizio abbia accumulato sulle sue spalle.   Nonostante ciò,  ha necessitato finora di due sole riparazioni - una per canale - dovute in realtà ad un uso improprio:   squattrinato come sempre,  "osai" impiegarlo per lungo tempo come amplificatore per strumenti musicali in esibizioni dal vivo.   A guardar bene,  anche ciò dice molto circa la robustezza di questi apparecchi,  e a quali torture possano essere sottoposti (quasi) impunemente.

Alla fine degli anni '80 mi capitò di leggere,  retrospettivamente,  alcuni articoli pubblicati dalla gloriosa e mai abbastanza rimpianta rivista Stereoplay,  di cui l'amico Renzo Lazzarini conservava gelosamente una cospicua collezione.   Si trattava di prove di laboratorio e d'ascolto relative ad amplificatori Hirtel della serie Andromeda.   Il commento dei recensori era entusiasta,  soprattutto perché gli apparecchi in prova mostravano di superare generosamente i dati di targa forniti dal produttore su praticamente tutti i parametri considerati.   In particolare,  la potenza R.M.S. era superiore di un buon 20% rispetto al valore nominale.   Un caso di understatement comunicativo oggi rarissimo,  se non del tutto estinto,  che fa davvero onore all'azienda torinese.


La Hirtel forniva sui suoi apparecchi una garanzia di 3 anni, in un'epoca in cui i diritti dei consumatori erano ancora una chimera.   Una eloquente dimostrazione della fiducia che il costruttore riponeva nell'affidabilità dei propri prodotti.

L'ultimo contatto diretto che ebbi con la Hirtel risale al 1988 circa e fu in occasione di una delle riparazioni già menzionate.   La sede si era nel frattempo spostata in Corso Potenza,  e feci non poca fatica ad individuarla e raggiungerla in autobus.   Il tecnico cui consegnai l'amplificatore mi riferì che l'azienda era nel frattempo passata al settore degli apparecchi industriali (si trattava di elettroniche di controllo, che io ingenuamente scambiai per antifurti coprendomi di ridicolo).   La riparazione,  comunque,  fu eseguita con vera maestria.   Venne anche ricostruita una copia esatta del connettore pre-finale che avevo dimenticato di consegnare assieme all'apparecchio,  segno che i tecnici dell'azienda ben ricordavano il glorioso periodo dell'alta fedeltà.

In seguito presi l'abitudine di verificare periodicamente l'indirizzo dell'azienda sulla guida telefonica di Torino.   La sua presenza,  garanzia di un'assistenza tecnica celere e competente di cui la Hirtel aveva sempre fatto gran vanto,  in un certo senso mi rassicurava.   Un anno - non ricordo esattamente quale - il nome Hirtel scomparve dagli elenchi per non tornare più.   Quasi un segno del destino,  scomparve assieme ad esso l'entusiasmo del pubblico per l'alta fedeltà e la buona musica.

 

 

 

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Queste pagine sono in costante aggiornamento ed espansione.   Se possedete apparecchi Hirtel e volete che siano esposti in questo museo,  se avete immagini,  dati o nozioni storiche riguardanti la ditta Hirtel e la sua gamma di prodotti,  o se volete raccontare la vostra esperienza personale con le elettroniche dell'azienda,  siete vivamente incoraggiati a scriverci.

 

© Marco Gilardetti e Fulvio Lo Martire; tutti i diritti sono riservati.   Ultimo aggiornamento: Feb 2021.

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